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Visitare il Parco Naturale Adamello Brenta: un’esperienza da non perdere

Visitare il Parco Naturale Adamello Brenta: un’esperienza da non perdere

Pubblicato il: 27-08-2021

In collaborazione con: il turista

Enormi spazi aperti di natura incontaminata e paesaggi da fiaba si alternano tra vette, ghiacciai, pascoli e vallate nell’area protetta più vasta del Trentino. Il risultato è un paradiso di rara bellezza, e non potrebbe essere altrimenti: oltre 1300 specie vegetali e una straordinaria fauna selvatica che comprende animali come l’orso bruno, il lupo, la lince, lo stambecco, il camoscio e centinaia di altre specie, fanno del Parco Naturale Adamello Brenta una delle mete più interessanti dell’arco alpino. Siamo, del resto, in un territorio di eccellenze: basti pensare che il parco è riconosciuto come Global Geopark dall’UNESCO, a sottolineare la notevole diversità geomorfologica di un territorio dominato dai massicci delle Dolomiti di Brenta e dal Gruppo dell’Adamello-Presanella.

Un ambiente così ricco dal punto di vista naturalistico invita i visitatori a svolgere attività outdoor: con la bella stagione, e fino all’autunno, una vacanza con la famiglia permette di compiere escursioni tra i boschi, respirare aria buona, fare una sosta refrigerante lungo torrenti, laghi e cascate, ma anche approfondire la conoscenza della cultura e dell’immancabile gastronomia locale.
Tra le tante, vi proponiamo alcune tappe imperdibili di una gita nel Parco Adamello Brenta.


Case del Parco
Sono numerosi i centri visitatori del Parco Naturale Adamello Brenta dislocati sul territorio. La scelta è davvero ampia e per tutti i gusti: la Casa del Parco “Lago Rosso”, ad esempio, racconta il più grande lago naturale del Trentino – il Lago di Tovel – caratterizzato da acque limpidissime dalle tonalità verdi e blu. Fino al 1964 la proliferazione di un’alga unicellulare determinava il fenomeno dell’arrossamento dell’acqua in estate; anche se questa “magia” non si verifica più da decenni, i visitatori possono approfondirne le dinamiche e conoscere tante curiosità grazie ai pannelli informativi che raccontano la vita del lago.


Non meno interessante è la Casa del Parco "L'Orso, signore del bosco" di Spormaggiore, che propone un museo dedicato all’orso bruno, simbolo del Parco Naturale Adamello Brenta, con un viaggio sensoriale, informativo e multimediale che si sviluppa tra le sale distribuite nei tre piani dello storico Palazzo di Corte Franca, antico maniero del XIV secolo già di proprietà dei Conti Alt Spaur.

Ancora, la Casa del Parco “Acqua Life” di Spiazzo Rendena è una struttura dedicata alla fauna ittica tipica dell’area protetta. Gli ospiti qui possono scoprire gli ambienti interni della casetta, che fornisce informazioni a tema sul territorio attraverso postazioni multimediali, videogiochi, pannelli e acquari, e continuare poi la visita nei percorsi all’aperto che permettono di conoscere le diverse specie nel loro habitat naturale – la sorgente, lo stagno, la palude, il torrente e il lago – anche grazie a due osservatori interrati dai quali assistere alla vita subacquea.


Foliage autunnale

Con la fine dell’estate non si esauriscono i motivi per visitare il Parco Adamello Brenta, anzi.
È proprio in questo momento che inizia una stagione particolarmente suggestiva per chi ama la natura. Come per incanto il parco assume un aspetto completamente diverso, con nuovi colori e profumi che mutano giorno dopo giorno. Puntualmente ogni anno torna il periodo del foliage autunnale in cui gli alberi, seguendo il loro ciclo vitale, cambiano il colore delle foglie lasciando il verde per prendere via via tutte le tonalità del giallo e dell’arancione, fino alle diverse gradazioni del rosso. Le montagne si illuminano di una luce nuova grazie a un sole che è solo apparentemente più timido: non è necessario essere dei pittori per apprezzare la tavola a tinte calde che pervade i boschi quando la luce passa tra i rami, ma può essere una buona occasione per scattare foto artistiche o, semplicemente, godersi lo spettacolo. La cosa bella è che ovunque nel parco si può assistere a questo tripudio cromatico, ma volendo cercare qualcosa di straordinario segnaliamo la zona del Lago di Tovel, la cui acqua riflette i colori dei boschi che lo circondano: si tratta di una delle destinazioni più amate e frequentate dagli appassionati del foliage, da raggiungere magari a piedi percorrendo il Sentiero delle Glare, che in autunno si copre di un soffice tappeto di foglie.


Sentiero delle Cascate
In Alta Val Genova esiste un itinerario nel bosco particolarmente suggestivo che da Ponte Verde raggiunge la piana di Bedole – facilmente percorribile da tutta la famiglia anche grazie agli accessi intermedi – consentendo ai visitatori di avvicinarsi alle tante cascate che si susseguono lungo la valle. La morfologia del territorio fa sì che qui siano davvero numerose e, in alcuni casi, decisamente spettacolari: la più famosa è probabilmente la cascata di Nardis, sul gruppo montuoso della Presanella, che precipita nella valle con un salto di circa 95 metri, ma durante una o più escursioni lungo il sentiero si possono ammirare anche le cascate del Làres, attraverso le quali l’omonimo rio si getta nella Sarca, e poi ancora la cascata di Folgorida, la cascata di Casina Muta, la cascata di Gabbiolo, la cascata del Pedruc, la cascata di Cércen e, infine, l’enorme muro d’acqua – tra i più grandi delle Alpi – della cascata del Mataròt, che scende per oltre 400 metri sotto il Ghiacciaio della Lobbia.


Le rovine di Castel Belfort
Una gita semplice e gradevole al tempo stesso da fare con la famiglia è quella che conduce alle rovine di Castel Belfort, antico castello risalente all’inizio del XIV secolo. Oggi lo troviamo in parte diroccato appena fuori dal paese di Spormaggiore, ma la sua sagoma rimane imponente e ci racconta, in qualche modo, un po’ di storia. Seppure costruito in origine nel 1311 quando Enrico, Conte di Tirolo, ne concesse l'autorizzazione a Tissone, figlio di Geremia I, l’edificio non presenta più caratteristiche medievali, e richiama piuttosto una fortezza moderna. Questo particolare aspetto è dovuto alla ricostruzione voluta dai Conti Saracini dopo l'incendio che nel 1670 devastò il maniero originale, mentre l’occupazione napoleonica e i passaggi di proprietà avvenuti nei secoli successivi hanno determinato, inesorabili, il suo declino. Anche qui, come sempre, la storia si intreccia con la leggenda: pare che verso la metà del XV secolo Cristoforo Altspaur, cavaliere della famiglia dei Reifer, venne colpito da attacchi di pazzia e tentò di uccidere la sua terza consorte Orsola a causa di una presunta infedeltà della signora; si narra quindi che il fantasma di Cristoforo sia ancora in cerca delle prove del tradimento e che la sua presenza aleggi, senza tregua, fra le rovine del castello.


Oltre al blog, per ulteriori approfondimenti puoi visitare il sito www.ilTurista.info

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